Per
integrare la Russia
nell’occidente bisognerà riparare un errore americano
Di
Carlo Pelanda
L’alleanza
tra Stati Uniti ed Unione europea è una condizione necessaria per mantenere il
dominio del “criterio occidentale” sul pianeta, ma non sufficiente. Manca, in
termini di scala geopolitica, militare ed energetica, la Russia. Come portarla a bordo?
Perché Putin, dal 1999,
ha modificato la collocazione
occidentale della Russia? La storia scritta dai media occidentali ci fa
intendere che abbia attuato un golpe per fini di potere personale e
neoimperiale avvalendosi di amichetti ex-KGB, che l’America gli si sia messa contro per tutela
della democrazia, i due sempre più divergenti a causa dell’aggressività del
nuovo zar. La realtà è diversa. Dal 1996 al 1999 Boris Yeltsin
ebbe bisogno dei 25 grandi oligarchi per tenere in piedi l’economia in crisi.
In cambio li nominò, di fatto, feudatari. Putin/Luigi
14° volle riportare il potere entro lo Stato ed invertire l’anarchia interna.
Convinse alcuni oligarchi con le buone, ma dovette combattere con quelli del settore energetico, più potenti dello Stato e
alleati con compagnie petrolifere statunitensi. Quando
rinazionalizzò le risorse energetiche, Washington difese
gli oligarchi amici e la stampa occidentale lo demonizzò. In sintesi, la
divergenza russa-americana sembra originata, dal 2001,
da un interesse anomalo dell’Amministrazione Bush e
non da una strategia razionale. Infatti per l’America l’alleanza
con la Russia
è necessaria e viceversa. Per esempio, la Siberia piena di petrolio e priva di popolazione
è un bersaglio prospettico per la Cina sovrapopolata
e senza energia. Se sarà guerra Mosca la perderà a
meno che non partecipi ad una alleanza occidentale che dissuada Pechino. Probabilmente
Washington tornerà a pensare in termini razionali ai primi del 2009. Ma resterà
la questione di dove collocare la
Russia. Il suo orgoglio deve essere rispettato per evitare
divergenze. E’ troppo grande per far parte della Ue. L’economia russa è priva di industria
leggera e si basa sulla produzione di grandi sistemi, armi ed impianti nucleari,
che deve vendere per forza, spesso a clienti antioccidentali. Pertanto
bisognerà concepire un’area di libero scambio privilegiato tra Nafta, Ue e Russia ed un prodotto finanziario megasintetico che anticipi la cassa per investimenti modernizzanti in Russia,
garantiti dal suo petrolio. Divertente, un mutuo “subprime”
geopolitico da cartolarizzare.
Seriamente, cosa manca per avviare questo scenario di riconvergenza?
Noi occidentali dovremmo scusarci con Putin, ma lui
ora dovrebbe evitare eccitazioni, ritorsioni, ricatti e ridurre la divergenza
in merito a Kosovo ed Iran. Paniemajo?
Carlo Pelanda